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Clubhouse. Un nuovo modo di comunicare attraverso i social

Clubhouse è il social network del momento, di cui tutti parlano… anzi in cui tutti parlano. Ebbene sì, basta immagini, foto e video, Clubhouse, a differenza di tutti gli altri social, si basa esclusivamente sulla voce e sull’ascolto.

Ma andiamo con ordine. Quando nasce Clubhouse? Come funziona?

Ve lo spiegheremo in questo articolo.

Che cos’è Clubhouse

Clubhouse è una piattaforma nata nel febbraio 2020 da un’idea dell’imprenditore Paul Davison insieme a un ex impiegato di Google, Rohan Seth. Con un investimento di appena 12 milioni di dollari, ora l’app gode di un  successo inaudito, grazie anche alle numerose celebrità approdate sul social: Oprah Winfrey, Drake, Kevin Hart, Chris Rock e molti altri.

L’App può essere scaricata solo da utenti Apple ed è ancora in fase beta; infatti, si può accedere solo attraverso un invito da parte di utenti già iscritti.

Come funziona

Ma veniamo al bello. Perché tanto successo in così poco tempo?

Clubhouse si basa solo ed esclusivamente sull’audio. Sul sito ufficiale viene descritto come “un nuovo prodotto social basato sulla voce che permette alle persone, ovunque si trovino, di chiacchierare, raccontare storie, sviluppare idee, approfondire amicizie e incontrare nuove persone interessanti in tutto il mondo”.

La struttura del social è molto semplice. Clubhouse è organizzato in stanze cui si può accedere solo tramite invito e dove gli utenti possono scambiarsi messaggi vocali su temi di interesse comune. A seconda dell’argomento trattato e in base ai follower della persona che organizza la conversazione, una stanza può coinvolgere poche persone fino ad arrivare a migliaia di utenti.

Una volta chiusa la stanza, i messaggi non sono registrati ma scompaiono. Con un’eccezione: nel caso di violazioni segnalate, gli audio vengono trattenuti per accertarle. Il che rende la piattaforma sicura e riservata.

Gli utenti che vi accedono possono scegliere di essere speaker, moderatori o ascoltatori.

Gli speaker, lo dice la parola stessa, parlano e tengono viva la conversazione; i moderatori possono dare o togliere la parola agli speaker ed espellere gli utenti dalla stanza; infine, gli ascoltatori assistono alla conversazione e possono chiedere di intervenire cliccando l’icona dell’alzata di mano.

Quindi, la base su cui è stato creato Clubhouse è quella delle “Rooms” che possono essere Open, Social e Closed.

La stanza Open è quella pubblica, dove tutti possono entrare liberamente; la Social che sarà invece visibile solo alle persone interconnesse tra di loro ossia quelle che ogni utente segue; infine, nella stanza Closed si potrà entrare sollo tramite invito ed essa non sarà visibile agli altri pubblicamente.

Sono presenti anche la sezione “Upcoming” e “Activity”. La prima rappresenta una sorta di agenda dove vengono riepilogate tutte le stanze  e le conversazioni in programma per la giornata; mentre la seconda è la sezione dove vengono riepilogati all’utente tutti i nuovi follower e le conversazioni a cui lui stesso ha chiesto la notifica.

Limiti e futuro di Clubhouse

Se da un lato Clubhouse ha suscitato coinvolgimento e interesse, dall’altro bisogna tenere in considerazione i diversi limiti che la piattaforma possiede.

Innanzitutto non è disponibile per gli utenti Android e, questo, toglie l’accesso a moltissimi utenti. Ovviamente c’è, da parte degli sviluppatori, la volontà di estendere l’accesso anche a coloro che sono in possesso di uno smartphone Android, ma i tempi non sono chiari.

Inoltre, c’è un problema molto più serio che interessa l’aspetto legale.

L’applicazione in fase di registrazione chiede, come altri social, di poter accedere ai contatti presenti nello smartphone dell’utente in modo da rendere più semplice l’invito alle conversazioni.

Come dichiarato da Carola Frediani, esperta di cybersecurity, Clubhouse non soddisferebbe i requisiti del Regolamento Europeo sulla privacy, GDPR. Questo perché nella dichiarazione del social sulla protezione dei dati degli utenti non viene menzionata una spiegazione su dove finiscano i dati importati dalla rubrica.

Nonostante questi problemi l’applicazione ha riscosso grande successo, considerato anche il periodo che stiamo vivendo, dove le occasioni per incontrarsi scarseggiano.

La possibilità di parlare, esprimersi su diversi argomenti, senza filtri, rappresenta sicuramente il punto di forza di Clubhouse.

Il valore aggiunto è la voce che più di ogni altra cosa è reale, genuina e rappresentativa degli iscritti.

Inoltre, il fatto di “non essere per tutti” lo rende un social esclusivo e questo attrae moltissimo le persone che non vogliono assolutamente  rimanere fuori.

Un social dalle enormi potenzialità che, per ora, non ha competitor diretti e che può essere considerata un’evoluzione dei podcast, più partecipativa, libera e catalizzatrice di interessi.

Le premesse sono quasi tutte buone e una rapida ascesa del social network non è assolutamente da escludere.

Staremo a vedere.

 

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