E-Commerce | | Francesca Pietrobon
L’European Accessibility Act (EAA) è una direttiva dell'Unione Europea, approvata nel 2019, per rendere prodotti e servizi digitali più accessibili a persone con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive in tutti gli Stati membri, tramite l’adeguamento agli standard WCAG (Web Content Accessibility Guidelines) 2.2 livello AA.
Le WCAG definiscono standard tecnici per aiutare designer e sviluppatori a creare siti e applicazioni web che possano essere utilizzati da chiunque, indipendentemente dalle proprie abilità fisiche o cognitive. Si concentrano su aspetti come la leggibilità, la navigazione e l’interazione.
Per garantire l'accessibilità, le WCAG identificano quattro principi fondamentali - riassunti nell’acronimo P.O.U.R.:
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Perceivable: tutti gli utenti devono essere in grado di percepire i contenuti, ad esempio grazie a testi alternativi per le immagini o sottotitoli per i video.
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Operable: le interfacce devono essere facilmente navigabili, anche solo con una tastiera o tecnologie assistive come gli screen reader.
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Understandable: i contenuti devono essere chiari e coerenti, con layout intuitivi e linguaggi comprensibili.
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Robust: i contenuti devono funzionare su diversi browser e dispositivi, oltre che con strumenti assistivi.
Inoltre le WCAG individuano diversi livelli di conformità:
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A: requisiti minimi
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AA: standard raccomandato, richiesto anche dall’EAA
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AAA: livello avanzato
A differenza di regolamenti come il GDPR, che sono immediatamente applicabili in tutti gli Stati membri senza necessità di ulteriori passaggi, l’European Accessibility Act (EAA), essendo una direttiva, richiede un processo di recepimento da parte di ciascun paese. Questo significa che ogni Stato membro deve tradurre i principi della direttiva in leggi nazionali, stabilendo le modalità e i tempi di applicazione specifici per il proprio contesto.
In Italia, la Legge Stanca obbliga già le pubbliche amministrazioni a rispettare standard di accessibilità. Ora, con l’EAA, anche le aziende private devono conformarsi alle WCAG.
Il termine di implementazione per le aziende private è stato fissato al 28 giugno 2025, con ulteriori obblighi progressivi entro il 2030.
Chi è coinvolto dall'European Accessibility Act?
La direttiva si applica a tutti gli e-commerce, ad eccezione delle microimprese che soddisfano entrambi questi criteri:
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Meno di 10 dipendenti
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Fatturato inferiore a 2 milioni di euro/anno
Pur essendo esenti dall’obbligo di adeguamento alla normativa, le microimprese possono scegliere di adeguarsi volontariamente.
Adottare misure di accessibilità dimostra un impegno verso l’inclusione sociale e l’uguaglianza, valori che sempre più persone cercano in un brand. Rendere il proprio sito accessibile significa garantire a tutti, indipendentemente dalle abilità, la possibilità di interagire e usufruire dei servizi offerti. Questo invia un messaggio positivo ai clienti, migliorando la reputazione aziendale.
Investire nell'accessibilità può significare inoltre raggiungere un segmento di mercato spesso trascurato: le persone con disabilità rappresentano il 15% della popolazione mondiale (secondo dati dell’OMS). Offrire loro un’esperienza utente inclusiva non solo consente di acquisire nuovi clienti, ma anche di fidelizzarli, poiché tenderanno a preferire aziende che rispettano le loro esigenze.
Non bisogna dimenticare che l’accessibilità digitale migliora l’usabilità per tutti gli utenti, non solo quelli con disabilità. Un sito più navigabile e intuitivo aumenta l’engagement e le conversioni.
Come prepararsi
Per adeguarsi alla normativa, il primo passo è condurre un Accessibility Audit, che analizza lo stato attuale del sito e individua gli interventi necessari. Questo processo include:
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Identificazione dei problemi tecnici e mappatura dei riferimenti normativi
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Prioritizzazione degli interventi: si parte dagli elementi che hanno l'impatto maggiore
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Implementazione e verifica continua
Non è sufficiente installare plugin overlay: questi strumenti possono migliorare l’esperienza per alcuni utenti, ma non garantiscono la piena conformità. L'implementazione dell'accessibilità è un processo continuo, poiché le disabilità si presentano in vari "spettri" e non esiste un traguardo definitivo.
Strumenti e tecnologie come NVDA, VoiceOver, Lighthouse o WAVE aiutano a identificare problemi di accessibilità, ma è fondamentale affidarsi a esperti per conformarsi completamente alla normativa.
Queste regole non solo rendono il sito più accessibile, ma migliorano anche la user experience, aumentando engagement e fidelizzazione. Inoltre, un sito accessibile è più competitivo per la SEO: anche se non è un fattore diretto di ranking per Google, ridurre il bounce rate e aumentare il tempo di permanenza sono parametri che aiutano il posizionamento.
La Dichiarazione di Accessibilità
Le aziende coinvolte dalla Direttiva dovranno redigere una Dichiarazione di Accessibilità, un documento pubblico che descrive lo stato di conformità di un sito web o di un'applicazione mobile rispetto agli standard di accessibilità definiti dalla normativa e pubblicarla nel footer del sito. La dichiarazione deve includere:
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Informazioni sulla conformità: descrivere quanto il sito o l’app soddisfi i requisiti di accessibilità (conforme, parzialmente conforme, non conforme).
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Eventuali limitazioni: indicare i contenuti o le funzionalità non ancora accessibili e spiegarne il motivo.
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Piani di miglioramento: dettagliare le azioni previste per risolvere le criticità di accessibilità.
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Contatti: fornire un metodo per segnalare difficoltà o richiedere assistenza.
Se il tuo e-commerce è coinvolto dagli obblighi della direttiva e hai bisogno di supporto per capire come adeguare il tuo sito o per avviare un audit di accessibilità, non esitare a contattarci.