E-Commerce | | Francesca Pietrobon Francesca Pietrobon

Google Shopping sfida Amazon: la sua vetrina sarà gratuita per tutti gli e-commerce entro fine anno

Dal 27 aprile 2020 Google ha reso gratuita per gli e-commerce che dispongono di un account Merchant Center l’esposizione dei prodotti nella sezione Shopping del motore di ricerca, una funzione che prima era possibile solo tramite campagne a pagamento.

La novità ha debuttato per il momento solo negli Stati Uniti, ma in base alle dichiarazioni di Billy Ready, presidente del commercio di Google, questa opportunità sarà estesa in tutto il mondo, Italia inclusa, entro fine anno.

Si tratta di una svolta rivoluzionaria che avrà un impatto importante sia sui consumatori che sulle aziende che già vendono i loro prodotti online o che si stanno preparando a farlo. Google stava lavorando a questi cambiamenti da qualche tempo, ma la pandemia di coronavirus in corso lo avrebbe spinto ad accelerare i suoi piani.

Quello che stiamo vedendo è che sono moltissimi i rivenditori e le piccole imprese che sono pronti a servire i clienti, ma che non hanno ancora un ottimo modo per connettersi con loro in digitale. Pensiamo che questo cambiamento possa aiutare molti più acquirenti a trovare quello che stanno cercando, ma anche a dare un po’ di sollievo all'ecosistema della vendita al dettaglio e delle piccole imprese."

L’obiettivo primario e dichiarato del nuovo Google Shopping sarebbe dunque quello di tendere una mano agli esercenti, ma non sono meno note le motivazioni strategiche ed economiche dietro questa scelta, tra cui la volontà di contrastare il dominio di Amazon nel campo dell’e-commerce, forte della sua peculiarità di essere il punto di partenza del search journey di milioni di persone.

Ma vediamo quindi nel concreto cosa cambierà per le diverse categorie di utenti.

COSA CAMBIA PER CHI ACQUISTA ONLINE: PIÚ SCELTA DI PRODOTTI

Per chi effettua una ricerca sulla pagina principale di Google non cambierà nulla: i caroselli con schede di prodotto che già appaiono come feature aggiuntiva della SERP continueranno a essere costituiti solo da annunci.

A cambiare saranno invece le SERP di Shopping, ora costituite solamente di risultati a pagamento. Diventeranno infatti simili a quelle di Ricerca: gli utenti potranno trovare sia prodotti sponsorizzati, sia prodotti non sponsorizzati. Gli annunci a pagamento figureranno sempre in cima ai risultati o sul fondo della pagina, come avviene appunto nelle SERP di ricerca.

COSA CAMBIA PER GLI E-COMMERCE CHE NON INVESTONO IN ADVERTISING: UNA NUOVA ENORME OPPORTUNITÀ DI VISIBILITÀ

Tutti gli e-commerce disporranno dell’opportunità di avere i propri prodotti esposti gratuitamente ai milioni di persone che effettuano ogni giorno ricerche su Google per le loro esigenze di acquisto. Google è infatti il motore di ricerca per il 92% degli utenti a livello mondiale e per il 96% degli italiani.

I piccoli retailer avranno accesso a uno dei servizi di promozione più performanti per un e-commerce, fino a questo momento limitato agli inserzionisti di campagne Google Ads Shopping, note per una certa complessità di configurazione, ma anche per le elevate performance di vendita.

COSA CAMBIA PER GLI INSERZIONISTI: PIÚ CONCORRENZA, IL RISULTATO SI GIOCA SU QUALITÀ E PERTINENZA

Anche se gli annunci a pagamento continueranno ad avere una visibilità superiore, la concorrenza si farà più elevata e il risultato si giocherà non più solo sulle aste, ma sulla pertinenza e sulla qualità dell’esperienza di acquisto.

I rivenditori che vorranno assicurarsi una visibilità superiore nei risultati di ricerca potranno e dovranno quindi continuare a investire negli annunci, per emergere tra milioni di alternative organiche e gratuite. D’altra parte avranno il vantaggio di continuare ad essere visibili anche in caso di esaurimento del budget investito in advertising, qualora le ricerche degli utenti fossero pertinenti con i propri prodotti.

Nel proprio pannello di controllo di Merchant Center sarà possibile monitorare il rendimento sia degli annunci a pagamento sia quello dei clic ottenuti senza sponsorizzazioni, proprio come avviene oggi quando si confronta l’apporto fornito dai canali di advertising rispetto alla ricerca organica sulle conversioni sul proprio sito web, ottenendo informazioni fondamentali per aggiustare la propria strategia e decidere dove allocare le proprie risorse di investimento.

 

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